AI Act: cosa devi sapere per la tua conformità aziendale

Con l’entrata in vigore della prima legge al mondo sull’intelligenza artificiale, l’AI Act, le aziende si trovano di fronte a un cambiamento epocale. Comprendere questa nuova normativa è cruciale per navigare nel panorama tecnologico in modo sicuro e conforme, garantendo che l’innovazione proceda di pari passo con l’etica e la protezione dei diritti.

Che cos’è l’AI Act e come plasma l’Intelligenza Artificiale in Europa?

L’AI Act europeo non è solo una legge, ma un vero e proprio quadro normativo progettato per un’Intelligenza Artificiale sicura, etica e rispettosa dei valori europei. Entrato in vigore ufficialmente il 1° agosto 2024, questo regolamento mira a stabilire un equilibrio tra la promozione dell’innovazione e la protezione dei cittadini. La Commissione Europea, con la pubblicazione del Code of Practice sull’IA, ha fornito ulteriori linee guida che si applicano a partire dal 2 agosto 2025, alle quali i fornitori di modelli di IA dovranno adeguarsi tempestivamente.

Il regolamento è il risultato di una proposta presentata il 21 aprile 2021 dalla Commissione Europea, con l’obiettivo di creare un quadro normativo armonizzato che rafforzi la fiducia nell’IA, prevenendo al contempo i rischi associati al suo sviluppo e utilizzo. L’EU AI Act non solo tutela i diritti fondamentali, ma si propone anche di creare un mercato unico per l’IA, favorendo la libera circolazione di sistemi conformi e stimolando la competitività globale dell’Unione. Il regolamento si inserisce nella più ampia strategia digitale dell’UE, che punta a consolidare la leadership europea nel settore tecnologico, assicurando che l’innovazione non avvenga a discapito della sicurezza e della responsabilità.

Che cos’è l’approccio basato sul rischio nell’AI Act?

La regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale si basa su un approccio pragmatico e scalabile, che classifica i sistemi di IA in base al loro potenziale livello di rischio per le persone e la società. Questa struttura flessibile permette di applicare obblighi specifici e proporzionati, evitando di soffocare l’innovazione dove il rischio è minimo.

Ecco le quattro categorie principali:

  • Rischio inaccettabile: si tratta di sistemi di IA che violano i valori e i principi fondamentali dell’UE, come la dignità umana e lo stato di diritto. Sono sistemi severamente vietati o sottoposti a restrizioni estreme, come quelli che manipolano il comportamento umano in modo da aggirare la volontà degli utenti o quelli che praticano lo “scoring sociale”.

  • Rischio elevato: rientrano in questa categoria i sistemi di IA che possono avere un impatto significativo sui diritti fondamentali o sulla sicurezza delle persone. Questi sistemi, come quelli usati per la selezione del personale, la sanità, o la sorveglianza biometrica a distanza, sono soggetti a rigorosi obblighi prima di poter essere immessi sul mercato.

  • Rischio limitato: questi sistemi possono influenzare gli utenti ma con un impatto minore rispetto a quelli ad alto rischio. Sono soggetti a requisiti di trasparenza, garantendo che gli utenti sappiano di interagire con un sistema di IA. Un esempio sono i “deepfake” o le chatbot, dove l’utente deve essere informato che sta interagendo con un bot e non con una persona reale.

  • Rischio minimo o nullo: in questa categoria rientrano i sistemi che non hanno un impatto diretto sui diritti fondamentali, come i videogiochi o i filtri fotografici. Questi sistemi sono esenti da obblighi normativi, al fine di incoraggiare l’innovazione senza ostacoli.

Questo modello basato sul rischio offre una chiara roadmap per le aziende, delineando le responsabilità e i requisiti necessari per lo sviluppo di soluzioni di intelligenza artificiale conformi.

Qual è l’obiettivo principale del regolamento europeo Artificial Intelligence Act?

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’IA Act non frena l’innovazione, ma la guida verso un futuro più responsabile e sostenibile. Il suo obiettivo è promuovere un’IA di eccellenza, che sia centrata sull’essere umano e rispetti i diritti fondamentali. Per raggiungere questo scopo, il regolamento introduce diverse misure di supporto, tra cui:

  • Promozione dell’innovazione: l’armonizzazione del quadro normativo riduce la frammentazione del mercato, creando un ambiente più prevedibile per gli investitori. Vengono incentivati progetti di ricerca e sviluppo che si concentrano sull’impatto sociale e sulla collaborazione internazionale.

  • Diffusione delle conoscenze: la creazione di centri di competenza e di innovazione, come previsto dall’AI Act, fornirà supporto e consulenza alle imprese, in particolare alle PMI, aiutandole a navigare le complessità della normativa.

  • Tutela dei diritti: la nuova regolamentazione definisce chiaramente requisiti e obblighi per i sistemi ad alto rischio, garantendo la supervisione umana e la protezione dei dati e della privacy. Introduce un divieto per i sistemi che presentano un rischio inaccettabile, agendo come una barriera etica contro gli usi dannosi dell’IA.

La normativa si impegna a creare un sistema di governance efficace, che coinvolga tutte le parti interessate e promuova una cultura dell’IA responsabile. In questo modo, l’Europa si posiziona come leader mondiale nello sviluppo di un’intelligenza artificiale etica, sicura e a beneficio di tutti.

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